Palazzo Lucentini-Bonanni – L’Aquila

//Palazzo Lucentini-Bonanni – L’Aquila
Palazzo Lucentini-Bonanni – L’Aquila2020-01-22T16:04:03+00:00

Project Description

  • Gruppo CIfolelli - Edilizia, Restauro, Infrastrutture
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Palazzo Lucentini Bonanni, talvolta citato semplicemente come Palazzo Bonanni, da non confondere con l’omonimo edificio sito su corso Vittorio Emanuele II, oggi noto come Palazzo Cipolloni Cannella, o più raramente come Palazzo Lucentini, è un palazzo storico dell’Aquila. L’edificio è una storica residenza della famiglia Lucentini ed è riconducibile agli ultimi anni del XVI secolo (la data di completamento viene tradizionalmente riferita al 1588), anche se il palazzo fu largamente rimaneggiato successivamente al terremoto del 1703. Successivamente divenne residenza dei Pietrucci e infine, nel XIX secolo fu proprietà dei Bonanni, baroni di Ocre, che cedettero contestualmente la loro residenza precedente, il palazzo Cipolloni Cannella, posta più a valle, su corso Vittorio Emanuele II ai Cipolloni Cannella. Nel 1933, con l’allargamento del corso, il palazzo venne privato di una cospicua ala posta verso l’attuale palazzo Paone Tatozzi. Lesionato nuovamente dal sisma del 2009, l’edificio è stato sottoposto a restauro a partire dal 2012 e riaperto al pubblico per la prima volta nel 2015, in occasione dell’Adunata nazionale degli alpini.

Palazzo Lucentini Bonanni è situato all’ingresso del centro storico, tra corso Vittorio Emanuele II e via Castello, con la facciata principale rivolta verso sud su piazza Regina Margherita e la secondaria, ricostruita in seguito all’allargamento del corso, rivolta verso il vicino Palazzo Paone Tatozzi e posta in asse con il razionalista Palazzo Leone. Si configura con un impianto a ferro di cavallo ed è dotato di un cortile interno che è uno dei pochissimi all’Aquila ad essere porticato su tutti e quattro i lati. I lavori di restauro e consolidamento realizzati sul complesso edilizio hanno riguardato in una prima fase il rafforzamento delle murature con interventi di chiusura di bucature, nicchie e canne fumarie mediante l’esecuzione di risarcitura dei muri, di cuci e scuci e ignezioni malta. Sulle pareti interne è stata posta la rete in fibra di vetro ancorata alle pareti stesse mediante connettori metallici zincati inghiasti mediante resina, sono state realizzate cerchiature di finestre e nuovi architravi attraverso l’inserimento di profili in acciaio. Sono stati posizionati, inoltre, tiranti in ferro in corrispondenza degli attacchi tra orizzontamenti e pareti controvento, adeguatamente testati e bollaccati con capochiave. Una seconda fase di intervento ha riguardato il consolidamento degli orizzontamenti in base alla diversa tipologia di solaio, legno acciaio.

L’edificio presenta superfici voltate differenti sia dal punto di vista tipologico che materico. Le Volte in camorcanna presenti al secondo piano,sono state consolidate dall’alto mediante tirantature metalliche atte a preservare gli affreschi in estradosso, mentre le superfici voltante in pietra e mattoni sono state consolidate mediante rete in fibra di vetro. Le vecchie coperture lignee vengono sostituite mediante due coperture in legno e acciaio.

Prima del restauro delle superfici pittoriche si è proceduto al recupero della struttura di tali superfici, in quanto per la gran parte erano state danneggiate dal terremoto e dalle intemperie successive al sisma. I dipinti sono stati ricollocati in posizione originale, alcuni di essi, hanno subito gravi danni e sono stati reintegrati in parte. Nei due saloni principali del secondo piano, dove sono presenti le volte in cannucciato contenenti i dipinti di primaria importanza ,si è proceduto al ripristino di tali volte. Le seguenti volte hanno subito un intervento di consolidamento con tirantature metalliche.

Il seguente intervento consiste nel puntellamento dell’intradosso delle volte previa protezione degli affreschi sottostanti , la posa in opera di travi in acciaio sull’estradosso delle volte ancorate e fissate alla muratura perimetrale sulle travi è stato realizzato, con un metodo di ancoraggio mediante appendici con cordine di acciaio a sostegno delle nervature. Successivamente l’estradosso delle volte è stato pultito da residui di escrementi di animali polveri e terre di risulta e si è proceduto successivamente alla preparazione di una resina di di fissaggio realizzata con prodotti naturali: acril33 della cts e calce idrata bianca in dosi appropriate, in fine sono stati in bifidi dei teli in lino naturale e posati dopo il bagno di malta sull’estradosso delle volte in due strati, a completamento della posa è stata realizzata la stesura finale con la stessa malta di lavorazione. Dopo la fase strutturale che ha interessato il restauro, si sono rimossi i puntellamenti sottostanti le volte, e si è proceduto al restauro vero e proprio delle superfici pittoriche, previa pulizia degli affreschi mediante prodotti comuni al restauro e successivi ritocchi pittorici secondo disposizione della Soprintendenza.

Fasi di lavoro